mercoledì 5 settembre 2001

GLI ORSI E L'ARTE

Un viaggio tra le opere d'arte che nei secoli hanno anticipato l'estetica ursina a cura di Viste

Prima parte

Ho inaugurato da qualche mese il mio sito di disegni, e aggiornandolo mi è capitato di inserire un disegno con degli orsi sotto la doccia. Sapendo che era uno spazio gratuito, ho subito intuito che avrebbero fatto problemi se mettevo un cazzo in vista, così ho pensato di censurarlo con un effetto pixel. Ma anche questo non è stato sufficiente, infatti, il giorno dopo, era stato tolto sia il disegno che la pagina. Sempre sul mio sito, ho messo delle foto di statue o dipinti antichi, dove i soggetti oltre ad essere orsi (o quasi) erano anche nudi, e misteriosamente quelli non sono spariti.

Il Cristo della Minerva, scolpito da Michelangelo. Uno dei rarissimi casi in cui Gesù è rappresentato nudo.Morale: se sei famoso (e morto) puoi pubblicare tette, cazzi e culi e addirittura metterli in piazza davanti a tutti. Se non sei famoso, anche un disegno di un uomo sotto la doccia risulta scandaloso.

Basandomi su questo ridicolo modo di pensare, ho cercato di raccogliere alcuni esempi per dimostrare che la nudità, soprattutto quella maschile, non è sempre stata così censurata come adesso.

Partendo da uno degli esempi più famosi potrei citare il "David" di Michelangelo esposto per centinaia di anni in Piazza della Signoria, senza che nessuno si scandalizzasse. La cosa strana è che essendo la rappresentazione di un personaggio biblico e non mitologico, avrebbe potuto benissimo fare a meno di scolpirlo nudo, ma questa sembra essere stata una mania di Michelangelo. Per chi non lo sapesse, infatti, Michelangelo ha scolpito il "Cristo della Minerva" interamente nudo, come pure il Gesù del "Giudizio universale" che è stato imbrachettato solo dopo la sua morte, per volere del Papa.

La scusa ufficiale, (secondo un mio professore di storia dell’arte), è che Michelangelo disse che in caso di giudizio universale Gesù non si sarebbe presentato vestito, e i "giudicati" non avrebbero certo avuto questo tipo di problemi visto quello che stava succedendo. E’ un po' il caso di tutte le raffigurazioni con Adamo ed Eva: loro sono nudi, e non essendo coscienti di esserlo, vanno in giro disinvolti… ma dovendoli dipingere c’è sempre il problema di come presentarli al pubblico, allora ecco che spuntano gli stratagemmi più strani che vanno dal farli vedere di spalle, fino alle foglie di fico giganti che nascondono tutto.

Il caso più strano è stato quello di Adamo ed Eva dipinti da Piero della Francesca (almenoErcole Farnese - III sec. d.C. credo che sia lui l’autore) quando durante un restauro negli anni ’80 la foglia di fico si staccò come uno strappo d’affresco e sotto ricomparvero gli attributi di Adamo così com’erano in originale. Di esempi ce ne sarebbero molti altri, ma credo che sia meglio limitare la cosa agli orsi.

Quando finalmente il cristianesimo fu messo un po' da parte, in mezza Europa ci si dedicò alla raffigurazione di elementi pagani, allora ecco spuntare raffigurazioni più o meno nude, degli dei greci o romani, molto più vicini al temperamento umano, Marte, Ercole, Giove e Nettuno (solo per citarne alcuni) fanno bella mostra del loro fisico, su soffitti, quadri e sculture. La raffigurazione del tipo orso o comunque massiccio non è sempre stata una cosa in contro tendenza. La rotondità era vista come simbolo di abbondanza e la robustezza come simbolo di forza, non a caso, infatti, troviamo in parecchi palazzi, le raffigurazioni delle fatiche di Ercole, quasi sempre rappresentato come un super orso muscoloso e burbero (non come il telefilm americano o il cartone animato della Disney).

Ercole dipinto da Giulio romano su un soffitto di Palazzo Te a MantovaLa statua più famosa di Ercole e anche la più copiata, è l’Ercole Farnese (III secolo d.C.) che fu fatta portare da Roma a Napoli dai Borboni nel 1787, e proprio un napoletano: Onorato Gaetani d’Aragona, otto anni dopo, commissionò al Canova per conto della Regina di Napoli un Ercole con le stesse fattezze di quello farnesino, ma rappresentato mentre preso dall’ira scaglia Lica in mare. La storia narra, infatti, che Ercole e Lica del Canova.Deianira, una volta saputo che Ercole si stava spupazzando un’altra tipa di nome Iole, abbia inviato Lica da Ercole con in dono una camicia intrisa da una pozione d’amore… Peccato che Nesso, che aveva preparato la pozione, avesse messo in realtà un veleno.

La statua del Canova, rappresenta Ercole incazzato che scaglia Lica in mare, fortunatamente la camicia che indossa è quasi inesistente, in modo da mettere in risalto tutti i muscolazzi erculei.

Mi son sempre chiesto: "Ma uno che va in giro nudo o con la pelle di leone al collo, avrà proprio bisogno di una camicia?"
Anche Giove padre di Ercole veniva raffigurato come un tipo piuttosto massiccio, bianco o brizzolato con folta barba e baffi. A palazzo Te di Mantova, troviamo un Giove trasformato in tritone mentre seduce una fanciulla con il suo bel Cosone, e sempre dipinto da Giulio Romano a Palazzo Te, un Ercolazzo davvero niente male. Giove Tritone, Palazzo Te, Mantova. [Continua]

[Articolo di Viste]

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