domenica 3 marzo 2002
Bear Fiction: IL GENIO BLU
Pensavo che nei paesi arabi ci fossero più orsi, invece erano tutti un po' magretti, glabri, scuri di pelle con barbe grigie di sporco, ispide e scompigliate, e con dei bei dentoni bianchi in vista. Non era raro che durante gli scavi sgamassi qualche operaio che allungava gli occhi su di me, ma piuttosto di farmi uno di quelli, mi facevo uno dei cammelli dietro la tenda. Stavamo lavorando in una zona archeologica scoperta da poco, e continuavano a venire alla luce mura di antiche abitazioni e oggetti vari. Mentre stavo lavorando da solo, scoprii nascosto sotto la terra secca, un oggetto... piano piano con un bastoncino e poi con un pennello, lo riportai alla luce, era una splendida lampada ad olio, in ottone lavorato e stranamente conservata intatta.
Me ne intendevo abbastanza per sapere che non valeva troppo e che comunque sarebbe stata catalogata e archiviata insieme a mille altri oggetti, così pensai bene di farla sparire nel mio zaino. Alla sera, nella mia tenda, la tirai fuori dallo zaino, era ancora tutta sporca di terra, ma un po' alla volta riuscii a pulirla e poi a lucidarla. Era perfetta, e la sua superficie risplendeva alla luce della torcia, l'unico difetto che aveva era il coperchio incastrato, non volevo certo usarla come lampada per illuminare, ma ero curioso di sapere se magari conteneva qualcosa. Così iniziai a cercare qualcosa che sbloccasse il coperchio, stavo maneggiando la lampada quando poco dopo sentii un odore strano, che man mano si faceva sempre più intenso, poi dalla lampada iniziò ad uscire del fumo, a quel punto misi la lampada a distanza di sicurezza e stetti a vedere cosa succedeva.
Il fumo lentamente prese corpo sotto i miei occhi allibiti e si materializzò una figura a mezzo busto di un uomo blu con le orecchie a punta e dei bracciali d'oro ai polsi, la sua figura fluttuava a mezz'aria e guardandomi mi parlava sorridendo, peccato che non capivo una mazza di quello che diceva, era lingua strana sembrava quasi aramaico antico. Quando smise di parlare capii che mi aveva fatto una domanda ma non sapevo quale, allora gli dissi in italiano: "Senti, non so da dove vieni, ne cosa sei, ma non potresti parlare una lingua che conosco?"
Subito mi rispose: "Oh, certamente non è un problema" cazzo, sembrava assurdo, ma aveva parlato con una certa inflessione dialettale delle mie parti. A quel punto ero curioso e chiesi spiegazioni: "Allora, ricapitoliamo un attimo, tu saresti un genio della lampada e saresti disposto ad esaudire tre miei desideri solo perché ho ripulito la lampada in cui stavi?" "Esatto" rispose il genio con un sorriso ebete "Ma non puoi esprimere un desiderio che ti permetta di esprimerne altri, quindi non puoi chiedermi: "Voglio esprimere altri mille desideri"... non posso fare innamorare qualcuno di te e inoltre non puoi chiedermi di eliminare qualcuno"
Porca puttana, tre desideri erano troppo pochi, e poi non potevo neanche fregarlo...
Intanto che pensavo, guardavo il genio, era a torso nudo e a parte il color blu era davvero un bel vedere, pettorali massicci e un po' pelosetti, braccia da sollevatore di pesi, mani massicce...anche la faccia non era niente male, pelato con quel pizzetto alla diavola, me lo sarei fatto sul momento ma dovevo concentrarmi su cosa chiedergli.
Improvvisamente mi venne un idea, il genio mi guardò soddisfatto come se pensasse: "Bene questo ha scelto i tre desideri" invece avevo in mente un piano davvero diabolico...
Chiesi al genio "E possibile vederti tutto intero?", in pochi istanti si materializzò anche la parte sotto, aveva dei cosciotti belli sodi e muscolosi, indossava delle mutande che in realtà erano delle strisce di stoffa, tipo quelle dei lottatori di sumo e ai piedi dei sandali in cuoio. A parte il colore della pelle e le orecchie a punta era proprio il mio ideale di orso, grosso e massiccio ma anche muscoloso e pettoruto, non troppa ciccia e pelo quanto basta. Mi avvicinai al genio, e gli misi una mano sui pettorali, mmmmmmmmh erano duri come il marmo e subito mi si mise in tiro l'uccello, che anche il genio vada in palestra? Lui sorrideva e non diceva niente, allora pensai: "Chi tace acconsente" così lo abbracciai e gli misi le mani sui fianchi, mentre mi strusciavo col mio cazzo ancora nei pantaloni sulle sue mutande, poi passai più in basso, con le mani gli feci passare tutta la schiena e infine gli infilai le mani nelle mutande, che si disfarono cadendo per terra, palpai e ripalpai il culo del genio. Ero eccitatissimo. Presi il genio e lo feci sdraiare sul mio letto, tirai fuori l'uccello e mi infilai il preservativo (magari potevo prendere qualche antico virus mesopotamico) e poi mi sdraiai sopra quel colosso di carne e muscoli. Mentre lo scopavo gli mordicchiavo il collo e le orecchie, e lui andava in estasi, d'altra parte era qualche secolo che non faceva niente. In quel mentre sbirciò nella tenda uno dei soliti operai, magri con i baffi e i dentoni, sentendo dei sospiri pensava che mi stavo facendo un segone, invece ha visto che stavo mondando un super orso massiccio e muscoloso, scandalizzato se ne andò via subito. Credo che con la scarsa luce non si fosse nemmeno accorto che mi stavo scopando uno dalla pelle blù, comunque una cosa era certa: una volta per tutte gli avevo chiarito i miei gusti in fatto di uomini.
Arrivato al massimo della goduria, mi divertii a strizzare un po' i capezzoli del genio mentre sentivo i getti di sperma passare nel mio cazzo come un tubo per l'alta pressione, ed uscire caldi nel suo culo sodo (ovviamente sempre col preservativo). Dopo aver ripreso fiato, diedi un preservativo al genio e gli feci cenno di infilarselo, ma lui sembrava non capire, allora gli dissi: "Forza, infilalo" ma lui rispose: "Mi dispiace i desideri son finiti" "Ma che cazzo dici?" gli risposi incazzato "io non ho espresso nessun desiderio, stai forse cercando di fregarmi?" "No" rispose il genio tranquillo "il primo desiderio è stato quello che io parlassi la tua lingua, il secondo, quello di vedermi tutto intero e il terzo quello di scoparmi."
"Allora...aspetta un attimo!" replicai subito "per prima cosa non capivo niente di quello che dicevi e quindi è stata una tua libera scelta quella di parlare la mia lingua, seconda cosa, io ti ho chiesto se era possibile vederti tutto intero, non ho detto "DESIDERO vederti tutto intero" quindi potevi anche rispondere di no, visto che era solo una domanda e terzo io non ti ho chiesto di scopare con me, ti ho toccato, ti ho palpato e tu ci sei stato senza dire niente e scommetto che ti è pure piaciuto. Quindi nessuna delle tre cose è considerabile come desiderio"
Il genio mi guardò un po' male, ma siccome non poteva replicare disse: "Con tanti padroni che ho avuto, non ne ho mai trovato nessuno come te...d'accordo, starò alle tue reg le, allora qual è il tuo primo desiderio?"
Feci finta di pensare, ma in realtà sapevo già cosa chiedergli "Desidero che qualunque cosa succeda, tu conservi sempre i tuoi poteri magici" "Ma che desiderio è?" chiese il genio stupito "Fallo e basta!" risposi "Va bene...fatto. E adesso qual è il secondo desiderio?" chiese di nuovo il genio, feci finta di pensare ancora poi dissi: "Desidero che tu non ti ribelli mai ai miei voleri." il genio mi guardò sempre più stupito perché non capiva che cosa avevo in mente, ma comunque essendo un desiderio fu costretto a esaudirlo... "Bene, guarda che adesso ti rimane solo un desiderio e spero che tu non voglia sprecarlo come gli altri due" disse il genio mettendosi a braccia conserte, lo guardai dritto negli occhi e poi dissi: "Desidero che tu diventi mio schiavo" "Ma non so se è possibile" rispose il genio stupito "Perché no?" dissi io "non ti ho chiesto ne di ammazzare nessuno, ne di far innamorare qualcuno ne di esprimere altri desideri, quindi quello che ti ho chiesto è legale"
Il genio con lo sguardo un po' strano fu costretto ad esaudire anche il terzo desiderio, ma poi rimase li in piedi, perché non aveva ancora capito bene cosa stava succedendo, ma aveva intuito che di certo non poteva sparire così su due piedi. "Adesso voglio che tu cambi il colore della tua pelle da blu a rosa carne come il mio e che scopiamo di nuovo" dissi al genio con aria soddisfatta "Non puoi" replicò lui "i tuoi desideri son finiti, non posso più farci niente!" "E' qui che ti sbagli, caro il mio genio" gli risposi "dal momento che tu sei mio schiavo, questo non era un desiderio ma un ordine, ed ora tu sarai costretto ad eseguirlo, inoltre non potrai ribellarti, ne venire a dirmi che per qualche motivo hai perso i tuoi poteri quando sei diventato mio schiavo."
Il genio fece la faccia stupita per l'ennesima volta, dopo secoli e secoli dove tutti gli chiedevano di essere ricchi o chissà cos'altro, non si aspettava certo di trovare un bastardo come me che gli avrebbe fatto un tiro mancino, così cambiò il colore della pelle e scopammo di gusto, e mentre scopavamo, il genio capì che non avevo certo intenzione di trattarlo come uno schiavo, ma era un pretesto per non lasciarsi scappare una doppia occasione: un orsone muscoloso con in più i poteri magici. Arrivati allo stremo delle forze, smettemmo di scoparci a vicenda a ci sdraiammo ansimanti sul lettino della tenda, lui era sopra di me con tutto il suo dolce peso e la sua muscolatura sudata, lo presi per le orecchie e lo avvicinai alla mia faccia per slinguarlo un attimino, quando un pensiero mi passò per la testa: le orecchie! Mi ero dimenticato che aveva ancora le orecchie a punta... ma comunque non era certo un problema, avevo davanti tutta una vita insieme a un genio orso con cui potevo dare sfogo a tutta la mia fantasia, e guardate che io ne ho molta.
Ma questa è tutta un'altra storia...
[Racconto di Viste - Illustrazioni di Zio Polipo]
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