sabato 4 febbraio 2012

Quegli amici degli amici... che non sono amici miei!

 

Diario del capitano. Data bestiale 04 febbraio 2012...

mancano circa dieci mesi (visto che dovrebbe verificarsi a metà del prossimo dicembre) alla tanto annunciata, strombazzata, ridicolizzata apocalisse predetta dai Maya. Fine del mondo o radicale cambiamento, a seconda dei punti di vista e delle differenti letture. Senza che una cosa escluda l’altra, aggiungeremmo. Nuovo anno, dunque, e punto della situazione con un po’ di ritardo. Fretta, lavoro che viene, lavoro che va (per lo più via), accadimenti vari e tanta stanchezza. Il nostro blog “per una cultura degli orsi” continua a esistere, a tanti anni di distanza, ormai, dalla chiusura della mitica fanzine cartacea che ha gettato il seme ursino in terra di Sicilia, favorendo i natali del gruppo Orsi Siculi, delle sue periodiche serate, e altro ancora. Questo sarà anche il terzo anno consecutivo che a Palermo verrà svolto un Gay Pride. Sorvoliamo, per favore, sull’infelice logo che ricalca la Paramedic Cross, e che ha tuttavia suscitato un diffuso, miope apprezzamento. Sintomo che, in realtà, sulla percezione dei simboli, sugli strumenti culturali e il rapporto mediatico con la comunità (ma anche con se stessi) c’è ancora tanto da lavorare. Il terzo anno di un Pride, dicevamo, che rappresenta di per sé un traguardo significativo per una città arida e arretrata come Palermo, ma che tutt’oggi non ha ancora avuto modo di vedere una partecipazione organizzata e riconoscibile della comunità Bear. Troppo timida, forse, troppo poco strutturata, o in qualche caso ancora troppo poco consapevole.


Sul web, invece, dopo anni di post e dopo la chiusura della storica fanzine, è inevitabile chiedersi se ha un senso continuare a tenere in vita WOOF! come blog in una rete dove i contenuti Bear si sono andati moltiplicando a dismisura. Proprio l’innovativo e pratico strumento del blog ha permesso il proliferare di gallery dedicate ai nostri nudi preferiti, alle rassegne di Bear Art, alla Bear Fiction, alla condivisione di fumetti gay ursini, alla raccolta di news piccole e grandi, costituendo una massa di materiale che ci spinge a chiederci se abbiamo ancora una nostra identità. O, se preferiamo, se c’è ancora bisogno di WOOF! e non è piuttosto stato soppiantato da una miriade di siti magari più professionali. La domanda ovviamente è retorica, e WOOF! andrà avanti finché al sottoscritto (e qui abbandono il “noi”, retaggio del corso di giornalismo) non verranno meno le forze, le idee e la voglia di conservare qualcosa che ha fatto parte della sua vita per un periodo di tempo non indifferente.


C’è ancora così tanto da dire. Così tanto di cui stupirsi, gioire e purtroppo anche incazzarsi. Il nostro paese ha preso, molti anni fa, una brutta malattia. Un male per il quale si credeva vaccinato, ma che alla luce della potenza mediatica è riuscito a mutare con una forza virulenta travolgente. Abbiamo visto trionfare la superficialità, l’ignoranza, il revisionismo storico, l’arroganza. Per diciassette anni la nostra Italia è giaciuta in uno stato febbrile, retrocedendo anziché avanzare, e scoprendosi sempre meno liberale, sempre più ipocrita, sempre più omofoba. Se oggi (per adesso) la testa del serpente non risiede al governo, molti elementi velenosi della mentalità da questi sdoganata sono rimasti tra noi, infettando in larga parte anche la sinistra, e facendo spazio ad aberranti figure retoriche che non hanno niente a che vedere con i concetti di democrazia o di buon senso. Una falsa bonomia, un’ipocrita livella di valori inconciliabili, una mancanza colpevole di argomenti forti, che permettono a tanti, troppi, di offenderci con eccessiva disinvoltura. Parliamo dei sedicenti “amici dei gay”. Di uomini e donne che, con sussiego, spesso infiorettano i propri argomenti con l’infelice frase «Ho tanti amici gay, io!». Frase da copione che non può non rammentarci celebri performance di Alessandra Mussolini, frequentatrice di questo slogan, fino a pochi minuti prima dell’altrettanto noto «Meglio fascista che frocio!» indirizzato a Vladimir Luxuria. O di Elisabetta Gardini (stessa storia), e la lista potrebbe allungarsi all’infinito.

 

Bene! Personalmente mi sono rotto i coglioni. Voglio dirlo. Sono pronto a ripeterlo. Questa è la forma di omofobia peggiore. La più ipocrita, la più disgustosa. «Ho tanti amici...» sembra essere diventata quasi una formula magica, uno scongiuro volto ad ammorbidire qualcosa che sta per seguire come lo schizzo di veleno di un cobra reale direttamente negli occhi dell’interlocutore. Fateci caso, nei forum, su Facebook, al bar, in piazza, nei salotti. E’ una dinamica dialettica talmente ingenua e spudorata da essere disarmante (tanto basso è il livello che dimostra). Niente più che un alibi, debole e sciocco. Un po' come dire che i gay ci possono pure stare, purché restino invisibili, nascosti, subordinati.
«Io ho molti amici gay!.» ...e subito, giù col manganello. «Ma la famiglia è una sola!». E ancora: «Io ho tanti amici omosessuali, ok? Ma l’atto sessuale in natura è mirato alla riproduzione. Non chiamarmi omofobo, dai! Lo sanno tutti, ho tanti amici omosessuali. Ma guarda quel frocio lì, che schifo! E non dovrei dirlo? A me piace la figa, ho amici gay... e allora? Guarda che mi stai discriminando!»


La frase «Ho molti amici gay» è una sorta di mantra sociologico, volto o a preparare il terreno a un’affermazione denigratoria nei confronti delle persone lgbt e dei loro diritti, oppure a smorzare il peso di un’uscita omofoba già messa a segno senza tanti complimenti. In entrambi i casi, è pura ipocrisia, o come minimo profonda ignoranza. Né più né meno di quanti, al tempo dello schiavismo, ritenevano di trattare con umanità la gente di colore, ma seguitavano a possederla come se fosse stata un oggetto o una bestia. Io la chiamo “sindrome dell’animaletto domestico”. L’omofobia, come tutte le odiose forme di pregiudizio, si basa sul vuoto. L’omofobo si accanisce contro il nulla, se non la propria paura della diversità. Non è bizzarro, ma abbastanza normale, se conoscendo un po’ di più un individuo omosessuale e iniziando a percepirne la complessità di essere umano, si prende a trattarlo con uno zinzino di vago rispetto. Ciò, purtroppo, nella maggior parte dei casi non cancella l’atteggiamento di massima, che induce spesso i presunti “amici di UN gay” a insultare altri omosessuali, a non frenare le proprie reazioni intolleranti, rese ancora più odiose dall’ipocrita sindrome che ti fa accarezzare una bestiola solo perché sei abituato ad averla intorno, ma per la cui condizione sociale non provi alcuna solidarietà (in fondo, è sempre, solo una bestia).

Mi sono rotto le palle. Da un amico mi aspetto che mi tratti da amico. Mi aspetto sia educato e rispettoso con la gente come me, che non gli ha fatto nulla di male se non esistere. Mi aspetto sia coerente o che almeno taccia. Così come mi aspetto, così come spero, che i tanti omosessuali definiti amici da codesti ipocriti aprano gli occhi, e se proprio vogliono... discutano con questi loro “amici”, da pari a pari. Gli parlino dei diritti delle coppie di fatto, della dignità di un bacio d’amore che non deve sentire il bisogno di nascondersi, della vigliaccheria e falsità insite nella sterile formula di chi afferma di avere «tanti amici gay.» per continuare a vivere coerentemente da omofobo. Può anche darsi che tra questi “omofobi-buoni” qualcuno ci sorprenda. Non si può escludere. Ma l’esperienza di vita e il vento che soffia nel nostro paese, rende legittimo dubitarne.
Per questo ai gay tirati in ballo come “amici” da chi si risciacqua la bocca davanti a temi gay, insultando o discriminando... a costoro, chiedo di riflettere e non lasciarsi abbagliare da specchietti per le allodole. Forse queste persone, gli etero irriducibili, sostenitori dell’unica famiglia naturale, avranno anche molti amici gay. Ma LORO, mie stimate persone lgbt, NON SONO amici VOSTRI.

Woof! Forever!

4 commenti:

JohhnX ha detto...

Ben detto, Filippo! Gran bel articolo!

Perdido ha detto...

Grazie. L'ho scritto animato da un senso di urgenza. Questo dei "molti amici gay" è un alibi nefasto che, purtroppo, viene incoraggiato anche da persone omosessuali. In grado di difendere in modo cieco qualcuno che in realtà li chiama in causa per poter continuare a fare impunemente danno. Ed è a queste persone gay, affinché riflettano, che l'articolo si rivolge.

Il Duca di Baionette ha detto...

Bravo!
Approvo. Non sono un orso, ma sono un simpatizzante e, francamente, non so nemmeno se ho degli amici omosessuali visto che nemmeno mi importa cosa preferiscano o se siano asessuati come Federico II di Prussia (però i miei amici che sono bisessuali li conosco).

Un discorso simile si può fare con gli eBook. I passatisti troppo affezionati alla carta, di norma perché un eReader passivo "E Ink" nemmeno lo hanno mai provato, stanno spesso a mettere le mani avanti con un "ma a me gli eBook piacciono,eh!" prima di tirare fuori luoghi comuni e sciocchezze contro il digitale e contro l'assenza degli editori tradizionali come Gatekeeper (magari da dei blog, lol, senza accorgersi nemmeno del ridicolo di lanciare strali contro le pubblicazioni prive del controllo di un editore usando per farlo una piattaforma digitale priva di editore che approvi il testo!).
Mettono le mani avanti per non dover dire che un eBook Reader nemmeno lo hanno mai usato.

Saltando a un altro argomento, volevo chiedere la fonte di questa immagine per reperirla in formato maggiore:
http://4.bp.blogspot.com/-x-UjepoS_HE/Tw185gHqtdI/AAAAAAAAK90/1KP358b12X8/s1600/gse_multipart60551.jpg
Questa versione ursina della Mandy svampita di Dean Yeagle a cui fregano le mutande è geniale! Devo averla in dimensioni maggiori, ma Google non mi aiuta e non riesco nemmeno a leggere la firma dell'autore! ^_^

Perdido ha detto...

Ciao, e grazie per il tuo commento.
L'autore della simpaticissima illustrazione Bear che cerchi si firma ZIO POLIPO, ed è un signore milanese. In rete ci sono ancora alcune gallery di suoi lavori, ma sono vecchiotte e inaffidabili per quanto riguarda le info sui contatti. Comunque, lui lo trovi anche su Facebook registrato con lo pseudonimo che ho indicato. Se contatti direttamente lui, magari il file ad alta risoluzione te lo invia. Io dovrei averlo da qualche parte (anni fa lo abbiamo usato per una copertina della fanzine cartacea). Solo che non ho più idea di dove sia, e dovrei mettermi a cercarlo tra vecchi cd di backup. Magari se lo trovo ti faccio sapere. Spero di esserti stato utile. Grazie ancora. Ciao.