Nel momento in cui scriviamo, questo film non è ancora giunto in Italia. Potrebbe anche non arrivarci mai, con i chiari di luna che illuminano le nostre distribuzioni. Ci piace però parlarne perché sembra essere un prodotto simpatico, che si discosta dalle usuali griglie che il cinema a tematica omosessuale riserva all’argomento. Si tratta di “Cachorro” (“Cucciolo”). Ed è un film all’insegna dell’ursinità. I protagonisti, infatti, sono un delizioso campionario di orsi latini, a partire dall’interprete principale José Luis García Pérez (visto nel thriller ispanico “Semana Santa”). Il regista è Miguel Albaladejo, cineasta già segnalatosi con precedenti produzioni tra cui un cortometraggio (girato nel 1996) e già intitolato “Cachorro” che anticipava di qualche anno gli argomenti della pellicola del 2004.
Pedro, un attraente dentista omosessuale, orso disinibito che passa con disinvoltura da una relazione all’altra, si trova costretto a prendersi cura per quindici giorni del nipote Bernardo, un bambino di nove ani, col quale si conosce appena.
Davanti a una situazione impegnativa, che minaccia di trasformarsi da provvisoria in definitiva, Pedro si vedrà costretto a modificare le proprie abitudini e a chiedere aiuto alla sua larga (in tutti i sensi) cerchia di amici orsi. Il branco di omoni scoprirà di sapersi trasformare nella migliore delle famiglie, mentre il bambino stupirà tutti con il suo atteggiamento candido che ama e accetta senza giudicare.
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