martedì 17 giugno 2008

Liberi di essere: La campagna antiomofobia del MOS

Mi sembra opportuno contribuire a dare visibilità a questa iniziativa del MOS (Movimento Omosessuale Sardo) volta a combattere l'omofobia con una campagna culturale che pone l'accento sull'essenziale normalità di coppie gay e lesbiche. L'operazione è iniziata lo scorso 28 Maggio 2008 a Sassari, e consiste nell'affissione di manifesti che ritraggono coppie omosessuali in atteggiamenti quotidiani, molti dei quali non dissimili dai più diffusi quadretti pubblicitari che vedono come protagoniste affiatate famiglie eterosessuali. «Liberi di essere» e «Liberi di amare» gli slogan scelti per questo attacco culturale all'ignoranza, lodevole tentativo di abbattere un muro di pregiudizi ancora fin troppo solido in questo nuovo secolo.
Obbiettivo della campagna è quello di soppiantare nell'immaginario comune il cliché del gay macchietta, effeminato e pagliaccesco, tutt'oggi prevalente nella percezione delle masse meno informate. Casti baci, il rituale della spesa per la famiglia e altre scene di amore e vita quotidiana, sono le situazioni presentate dai manifesti, tutti scattati in riconoscibili strade della città di Sassari, e interpretate da effettivi soci del MOS.
La campagna, appena all'inizio, prevede anche la diffusione di opuscoli e volantini sui mezzi pubblici, oltre a opportuni dibattiti sui temi della discriminazione e i diritti civili.

Liberi di amare a Sassari, il MOS contro l'omofobia

6 commenti:

rossogiuda ha detto...

Disapprovo ( non politicamente, ma come scelta comunicativa ) quella col bambino, mi sembra che non ci siano proprio le basi socioculturali per un messaggio così avanzato in italia...per il resto iniziativa lodevole anche se vagamente banale: ormai le strategie del machismo e del normativismo ad ogni costo hanno fallito, alla gente non interessano le persone omosessuali, interessano i gay: e più macchiette sono, più piacciono.

Perdido ha detto...

In Italia, temo, mancano le basi socioculturali per molte cose. Compresa la cultura della legalità, del risparmio energetico e sotto molti aspetti della stessa democrazia. Quindi filtrare i contenuti di una campagna sociale, peraltro basata sul tentativo di modificare un'immaginario che ha un forte bisogno di essere svecchiato, è come rinunciare in partenza a
dei diritti sacrosanti solo perché in tanti non vorranno ascoltare. Inoltre, non siamo tutti gente di spettacolo. Non basiamo le nostre scelte di vita su indagini di marketing. Tante persone omosessuali desiderano solo poter essere ciò che sono ed essere rispettate come qualunque cittadino che paga le tasse. Di conseguenza non credo debba importarci nulla di "cosa piace" al pubblico del "Grande Fratello". Per concludere, sentire definire "banale" un'iniziativa che sta avendo scarsissima visibilità da parte dei media e nonostante tutto va coraggiosamente avanti, mi rende un po' triste. Non è una gara di originalità. E' una campagna per i diritti civili. E sono nostri, sacri diritti. Banali o no.

rossogiuda ha detto...

la mia era critica comunicativa, non politica. nessuno mette in dubbio la sacrosanta necessità del diritto, solo non credo nelle 'campagne sociali'- altri meno smaliziati scriverebbero 'pubblicitarie'- con la pretesa di mostrare 'il vero', tutto qui.

Intanto perchè il concetto di vero è sempre pretenzioso e intellettualmente sterile. Poi perchè, piaccia o meno, noi tutti vivamo ormai in un mondo che alle logiche da 'grande fratello' risponde.

Semplicemente, io che sono di Roma vedo centinaia di famiglie ai gaypride colmi di frocie tutte piume, ma nessuna alle manifestazioni per i diritti di gay 'normali', come quelli del manifesto.

Lavorando in un'agenzia di servizi stampa ragiono per obiettivi: questa campagna è banalmente pretenziosa nella sua ansia di mostrare certe normalità - che ci sono e che non metto in dubbio, lo ripeto - e finisce per non 'bucare', cioè non riscuote simpatie, non sensibilizza nessuno che certe sensibilità non le abbia già nel suo bagaglio e peggio di tutto, finisce con lo schifare i sostenitori dell'incompatibilità biologica degli omosessuali alla genitorialità.

Per come la vedo io insomma, obiettivi falliti: sarò anche un cinico ma è mia opinione che se si vogliono davvero i diritti è ora di cominciare a svegliarsi, e a svecchiarsi. Partendo magari proprio dal linguaggio e dalla comunicazione.

Perdido ha detto...

Più che per obbiettivi, mi sembra che tu veda la cosa secondo format di agenzia. Mi rendo conto che abbiamo visioni troppo diverse sulla questione, sul sociale e sulla comunicazione. Ne prendo atto. Punto.

maxss ha detto...

Ciao, credo che ci sia un pó di confusione sul senso della campagna e sarebbe bastato leggere la presentazione per capirlo meglio. La campagna non vuole in nessun modo presentare modelli di riferimento o contrapporre il "gay normale" alle macchiette. Siete davvero fuori strada e noi non abbiamo una visione cosí discriminante della realtá GLBT, tuttaltro. Abbiamo voluto presentare scene di relazione gay presentate nella loro quotidianitá e naturalitá (che non é "normalitá"). Quelli raffigurati sono militanti del MOS che stanno davvero insieme e le foto le abbiamo scattate in cittá. Abbiamo rappresentato semplicemente scene che molti a Sassari hanno giá visto, considerato che noi non ci mettiamo tanti problemi a baciarci in pubblico. Non abbiamo alcun problema con alcun tipo di gay o trans, giá presenti in altre nostre campagne. Il bambino? E´mio nipote che stravede per me e il mio uomo che siamo i due nella foto. Dietro di noi ci sono persino i miei genitori (i nonni), mentre la madre stava con la fotografa. I miei sono molto cattolici ma non si sono messi tutti i problemi che diversi gay hanno avuto rispetto all´utilizzo del bambino. Ok, non é nostro figlio, ma anche al MOS esistono diverse coppie con uno o piú bambini. Abbiamo rappresentato una realtá che esiste. Senza tragedia, vittimismo, paternalismo o altro. Se questo crea problemi a qualcuno, forse si dovrebbe interrogare sul perché. Ultimo: la campagna sta avendo un discreto successo, considerato che non ha alcun patrocinio ed é stata pensata, prodotta e realizzata interamente da noi, con un grande sforzo creativo ed economico. In Italia non ne parlano? Bé, in sardegna si e molto e vi posso assicurare che i manifesti appesi hanno avuto un grandissimo effetto. Ognuno sia com´é e libero di esserlo.
Ciao
Massimo Mele (MOS)

Perdido ha detto...

Grazie per il chiarimento e per il lavoro che state svolgendo. Ancora in bocca al lupo.