giovedì 17 maggio 2007

CONTRO L’ODIO, CONTRO LA PAURA

17 Maggio 2007. Si celebra oggi la II Giornata Mondiale contro l’omofobia. Iniziativa alla quale aderiscono più di quaranta nazioni, ispirate dalla Risoluzione sull’Omofobia elaborata nel 2006 dal Parlamento Europeo, della quale cito una sintesi.


“Considerando che l'omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all'obiezione di coscienza… / ...considerando che occorrono ulteriori azioni a livello dell'UE e degli Stati membri per eradicare l'omofobia e promuovere una cultura della libertà, della tolleranza e dell'uguaglianza tra i cittadini e negli ordinamenti giuridici,/

1. condanna con forza ogni discriminazione fondata sull'orientamento sessuale;

2. chiede agli Stati membri di assicurare che le persone GLBT vengano protette da discorsi omofobici intrisi d'odio e da atti di violenza omofobici e di garantire che i partner dello stesso sesso godano del rispetto, della dignità e della protezione riconosciuti al resto della società;

3. invita con insistenza gli Stati membri e la Commissione a condannare con fermezza i discorsi omofobici carichi di odio o le istigazioni all'odio e alla violenza e a garantire l'effettivo rispetto della libertà di manifestazione, garantita da tutte le convenzioni in materia di diritti umani;

4. chiede alla Commissione di far sì che la discriminazione basata sull'orientamento sessuale sia vietata in tutti i settori, completando il pacchetto antidiscriminazione fondato sull'articolo 13 del trattato, mediante la proposta di nuove direttive o di un quadro generale che si estendano a tutti i motivi di discriminazione e a tutti i settori;

5. s
ollecita vivamente gli Stati membri e la Commissione a intensificare la lotta all'omofobia mediante un'azione pedagogica, ad esempio attraverso campagne contro l'omofobia condotte nelle scuole, le università e i mezzi d'informazione, e anche per via amministrativa, giudiziaria e legislativa.”

Il testo della Risoluzione è purtroppo ancora sconosciuto alla maggior parte dei cittadini italiani, e – cosa davvero allarmante – olimpicamente ignorato da molti dei nostri politici. Del resto, noi esseri umani siamo una razza capace di progredire tecnologicamente a una velocità impressionante, ma anche di resistere in modo virtuosistico a qualunque evoluzione del costume socialmente significativa.

Con il recente Family Day , tanti esponenti del mondo politico e cattolico hanno voluto rammentare che all’origine di questo mondo in agonia, della malattia terminale dell’ecosistema, delle guerre, della violenza, dell’ignoranza, della maleducazione, così come della totale incoscienza e superficialità del genere umano traghettato nel nuovo secolo, ci sono e saranno sempre UN UOMO E UNA DONNA. Quasi il semplice e meccanico fenomeno della riproduzione fosse sufficiente a conferire dignità a un essere umano, con buona pace della sua crescita morale. Non possiamo negare di stare vivendo uno dei momenti più strani del nuovo millennio. Per decenni abbiamo sentito commentare che il Gay Pride non avrebbe ragion d’essere, come non ne avrebbe una giornata dell’Orgoglio Etero. Un’osservazione opinabile, espressa a volte anche da giornalisti illuminati di cultura progressista, i quali, probabilmente, non hanno ancora fatto i conti con alcune resistenze culturali in materia di omosessualità. Uno scoglio fobico più che ideologico, e sicuramente superficiale, considerando che lo stesso commento si sarebbe potuto applicare allle marce di Martin Luther King (che cosa ci sarebbe, signori, da essere orgogliosi nell’avere la pelle nera in un paese che ti discrimina?), al concetto di “negritudine” creato dai poeti Aimé Césaire e Leopold Sedar Sengor per rafforzare l’identità del loro popolo, ma anche alle legittime manifestazioni femministe, come a tutte le categorie che nel corso della storia hanno dovuto lottare per far valere i propri diritti e difendersi da persecuzioni dettate da ignoranza e odio insensato. Pulsioni che quegli UOMINI e DONNE che sarebbero alla base della società, non hanno mai provveduto a prevenire con l’educazione data ai propri figli. Giacché a riprodursi è bravo chiunque. Crescere dei figli in modo illuminato è un altro paio di maniche, e costa molto più impegno dell’affollare Piazza San Giovanni per un giorno. Né possiamo aspettarci che, dopo il Family Day, non sentiremo più ripetere che il Gay Pride “non è opportuno”. L’orgoglio degli altri, caspita, è sempre più che giustificato.

E’ molto strano. Chi ci diceva che non dovevamo essere orgogliosi, ha sfilato con orgoglio. Il mondo è ormai a testa in giù. Tutti sono vittime di una trama oscura. La famiglia ritiene di doversi difendere da qualcosa. Forse da quella zuppa annacquata che sono i DICO? Non saprei, ma in questi giorni ho ricordato con angoscia lo slogan razzista usato dagli adepti del Ku Klux Klan contro i neri d’America: “Dagli al negro, prima che sposi mia figlia!”.
Paura del cambiamento, quindi. Paura dell’integrazione. Paura di guardare avanti. Paura della libertà e della pluralità. In questo contesto, l’omofobia è ancora viva e miete le sue vittime. Siano esse giovani suicidi che crollano sotto la sciagurata persecuzione dei compagni di scuola o individui che subiscono le barzellette oscene sui gay ascoltare ogni giorno sul posto di lavoro. Ma anche tante coppie, cittadini che pagano le tasse senza aver riconosciuto alcun diritto, subendo spesso anche il dileggio del mondo circostante. L’omofobo, esiste, è tra noi, e nuoce ancora. Quell’UOMO e quella DONNA che sono SEMPRE alla base della nostra società ne sfornano serenamente migliaia ogni anno. Peccato che non siano altrettanto zelanti nell’assicurarsi che crescano come uomini e donne per bene.

In questa giornata contro l’omofobia, ricordiamo, dunque, che se l’omosessuale è una persona attratta dagli individui dello stesso stesso, l’omofobo è un eterosessuale senza palle. Un personaggio squallido e vile, che gode della propria ignoranza e della propria volgarità.

Coraggio, allora. E rimbocchiamoci le mani. C’è ancora tanto da fare.

Testo della Risoluzione sull’Omofobia del Parlamento Europeo del 18 Gennaio 2006

Indymedia - Giornata Mondiale Contro l'Omofobia

http://www.omofobia.it/

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