venerdì 29 dicembre 2006

NACHO LIBRE: ¡VIVA JACK BLACK!

Non è la prima volta che il mondo ursino si accorge di Jack Black, e delle sue performance cinematografiche. Agli inizi della carriera, fu notato dal mitico Loppo, webmaster di SBQR, che dedicò un gustoso articolo al poderoso sedere del paffuto attore, esibito con grazia in “Mars Attacks” di Tim Burton.
Da allora, il seducente Jack è tornato più volte a calcare le scene, e ripetutamente (forse per caso, forse per malizia) ha continuato ad ammiccare con le chiappe a quel pubblico che sin dalla prima pellicola lo aveva accolto con simpatia.
Nacho Libre” (in Italia distribuito con il titolo “Super Nacho”) non sarà certo un capolavoro, ma è una commedia che funziona, e che si manda giù d’un fiato come un bicchiere d’acqua tonica fresca. Il film sembra riflettere il particolare carisma di Jack. Infatti si è tentati di classificarlo come un film per ragazzi, se non fosse per le numerose gag maliziose e la componente timidamente anticattolica che permea il racconto. L’intero film, in verità, è cucito su misura per il corpulento Jack, proprio come la calzamaglia dell’eroico luchador Nacho. Quindi simpatia e sex appeal ursino a bizzeffe (chi sono i veri destinatari di questo film?!). Indimenticabile (per me, almeno) la scena in cui Nacho, al suo primo scontro, in un moto di giubilo si strappa la maglietta scoprendo il torace.
La storia (tra la parabola morale e la commedia degli equivoci) del giovane fratacchione, innamorato del Wrestling e di una bella suorina, che per far soldi e salvare l’orfanotrofio dove lavora come cuoco veste la maschera del lottatore Nacho, è di una semplicità disarmante. L’eroe è una sorta di incrocio tra Don Chisciotte e Sancho Panza. Del primo ha l’innocente sete di gloria, del secondo, l’affettuosa goffaggine e la totale incoscenza. Una sintesi che nel corso del film si manifesta in molte imprese trasfigurate dall’ingenua fantasia del protagonista. Non essendo un vero fan del Wrestling non avrei molto da dire, ma alcuni degli incontri-farsa mostrati dal film sono realmente esilaranti. Vedere questo giovane omone che s’allena, lotta, salta e si esalta, incassa botte da orbi, ama gli orfani e le belle suore, è il trionfo dell’estetica ursina che vede coniugati tra loro tenerezza e forza. E se un tempo la diva Bette Davis fu celebrato in una canzone che inneggiava ai suoi specchi dell’anima (“The Eyes of Bette Davis”), il nostro amico (protagonista, tra gli altri, di “King Kong” e “Amore a prima svista”) si è ormai imposto all’immaginario ursino con un song ancora tutto da scrivere: “The Butts of Jack Black”.
Un film distensivo, quindi. Da vedere senza nutrire particolari aspettative, ma che regala qualche sincera risata. E la presenza di una piccola star sprizzante simpatia che vediamo sempre con piacere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ragazzi, auguri per il vs. blog! Abbiamo visto che ci avete linkato, e abbiamo prontamente ricambiato sul ns. sito :)

Giacomo e Simone
www.Sconcio.it