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avvolti da un velo di dolcissima polvere, accarezzati da colori soffusi, spesso morbidi, e la mano dell'artista conferisce alla loro esuberanza una patina di antico, quasi ci trovassimo ad ammirare un dagherrotipo
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a spogliarsi, qui, sono i monumentali baffoni. Riposto il borsalino, il panciotto e il bastone di bambù, il paffuto signore scopre le sue grazie avvolto da un chiarore ambrato, provocatoriamente agrodolce. Al posto di giarrettiere e fugaci viste di nerissimi triangoli di pelo, abbiamo ventri pachidermici e grossi organi riproduttivi, protagonisti di un'illustrazione erotica del passato che - se mai è esistita - non è sopravvissuta al tempo, ma oggi giunge fino a noi grazie all'estro di Sazuk.
«Da ragazzo, guardavo le vecchie comiche più per gli attoroni che interpretavano l
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Gli "Antique & Rare Bears", titolo scelto per la mostra che Sazuk ha tenuto nel 2004 presso la libreria AltroQuando di Palermo, sono davvero un delizioso viaggio nel tempo. Sazuk ha la genialità non solo di sapere riprodurre lo stile grafico (e fotografico) del tempo, ma di ricrearne anche le atmosfere domestiche, inserendo nei suoi disegni oggetti di uso comune dall'aspetto datato, come il catino per lavarsi e gli arazzi che spesso fanno da sfondo, ma anche le pettinature con la riga in mezzo, i folti baffi arricciati e il sapiente uso del colore, producon
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«Mi è sempre piaciuto disegnare" continua Sazuk, "ma, fino a qualche tempo fa non avevo mai preso in considerazione l'idea di disegnare ORSI. Forse qualcuno doveva semplicemente mostrarmi la strada. Circa quattro anni fa, quando ho iniziato a navigare per siti a tema ursino, ho scoperto tante belle illustrazioni, spesso più sensuali delle foto, e mi sono detto: perché no? La scelta degli strumenti è stata naturale, perché la matita in mano l'ho sempre avuta. Il computer è una vecchia passione che ora utilizzo anche per lavoro, e fra scanner, macchina digitale e carta, piuttosto che scegliere preferisco integrare.»
L'apparente uniformità di lineamenti dei personaggi-orso disegnati da Sazuk, rappresenta uno dei punti di forza di questo artista. E' come se avesse colto l'essenza di un archetipo che il cinema muto riassumeva nella caratterizzazione dei suoi cattivi. Di norma si trattava di un capitalista dal portafogli gonfio, tronfio e prepotente. La sua grossa pancia era simbolo di benessere economico e della conseguente superbia. A questo s'integravano di frequente una discreta dose di volgarità (in aperto contrasto con la ricercatezza del vestire), di sensualità sfrenata (quasi sempre il cattivone insidiava la fanciulla di turno) e di forza bruta (era classica la gag della zuffa tra il comico di turno, di solito mingherlino come Charlot, e il gigantesco av
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«Volevo qualcosa di particolare. Mi annoio se devo disegnare semplicemente un orso» spiega Sazuk. «Inoltre, penso che le persone debbano essere motivate per soffermarsi a guardare un disegno. O il soggetto è molto particolare o la tecnica è superba. Io, non potendo contare sulla seconda, mi sono buttato sulla prima. Le mie prime prove sono state dei ritratti generici, ma mi hanno stancato ben presto. Ho anche disegnato molti orsi in stile fumettistico, un genere che m'in
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Non a caso, Sazuk è stato tra i primi artisti "Bear" italiani a essere notati anche da settori dell'illustrazione di norma lontani dalle tematiche gay-bear, come Comics Code (http://www.comicscode.net), magazine elettronico dedicato al fumetto e all'illustrazione che ha visto in Sazuk un talento da evidenziare tra le sue recensioni. Tra i sogni dell'artista c'è anche quello del media fumetto. Un'idea che fa leccare i baffi a tutti gli appassionati di illustrazione ursina. Certo è che Sazuk non ha intenzione di abbandonare i suoi fans, e di continuare a lavorare di pennello e computer.
«È assolutamente previsto un cambiamento" rivela. "Ho altri progetti in mente, ma soprattutto ho voglia di sperimentare nuove tecniche, magari miste e con l'utilizzo di foto. È questo che più mi spinge a produrre altri lavori a tema ursino: il soggetto, ma anche le novità espressive. Questo non significa che abbandonerò completamente gli "antique bears", ma semplicemente che ne disegnerò di meno.»
[Articolo di Perdido]
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