La spiaggia (quasi) naturista di Balestrate è da tempo un luogo deputato per i gay siciliani. Oberon ce la racconta.
Mi sembrava una caccia al tesoro...
Dove diavolo si trovava questa meravigliosa spiaggia tanto decantata dai pochi amici che conoscevo? Ma come non ci sei mai andato? Era la domanda solita ad ogni mia aperta curiosità.
Ebbene sì, non la conoscevo questa spiaggia mitica di Balestrate dove ognuno raccontava meraviglie. Un giorno decisi di affrontare il viaggio... Proprio così, visto che mi avventurai con una vecchia cinquecento che non conoscevo benissimo. Mi avevano fornito indicazioni di massima ed io, come un novello Ulisse, affrontai l'impresa.
Arrivai dopo un viaggio luuunghiiissiiimooo e caaaldiiissiiimooo (eravamo in pieno luglio) in una specie di spiaggia con sassolini dove le famigliole si accingevano, visto l'orario, a consumare il solito pasto luculliano tipico del palermitano a base di pasta 'o furnu, milinciani 'a parmigiana, sfinciuni e na bedda fedda di muluni come frutta. Naturalmente "scocci a tignité" riempivano immensi sacchi di spazzatura.
Oddio, dove sono arrivato, pensai subito. Ma ricordai che qualcuno mi aveva detto di continuare ad andare avanti e costeggiare per un pezzo la spiaggia. Proseguii nell'esplorazione e addentrandomi sempre più mi trovai ad attraversare una specie di fiumiciattolo quasi secco che prendeva il nome di RIO FINOCCHIO. Era sempre stato così o bisognava pensare ad una strana ironia dei primi, antichi turisti che come in una specie di precognizione avevano anticipato i tempi? Non lo sapremo mai, perché proprio quel nome.
Lasciavo pian piano alle mie spalle la spiaggia affollata di cosiddetta "normalità" e mi inoltravo s empre più in mezzo a questa specie di macchia mediterranea. Finalmente avvistai delle macchine parchegg iate ed ebbi l'intuizione che ero arrivato alla meta. Niente di più sbagliato. Davanti a me si apriva un sentiero in mezzo al bosco (?). Come chiamarlo? Ancora adesso mi sfugge la denominazione esatta. Pazienza! Sì, ce n'è voluta proprio tanta per affrontare a piedi sotto u picu du suli non so quanta strada prima di avvistare il tremolare della marina come ci ha già cantato un nostro importante poeta. Solo che io non facevo transumanza, e di pecore nemmeno l'ombra. In compenso, arrivato finalmente sulla spiaggia, un bel litorale di sabbia fine, vengo accolto da una quantità di uccelli. Non parlo di gabbiani, naturalmente, anche se all'occorrenza pure loro svettano in alto. Strano posto, pensai, dato che uno immagina il naturismo solo relegato in spiagge nordiche e soprattutto straniere. Invece eravamo proprio nel cuore della Sicilia "classica", intesa come "all'antica", dove a due passi esistono ancora paesi dominati dalle cosche mafiose. Così toccai con mano, ancora una volta, la strana contraddizione di noi siciliani, considerati tendenzialmente chiusi ma all'occorrenza di un'a pertura inimmaginabile. Nessuno disturbava, e in fondo sembrava proprio un posto dove si godeva di una strana extraterritorialità. La gente prendeva il sole completamente nuda e gli sguardi complici funzionavano come in qualsiasi altro posto dove si va per incontrare.
Non parlerò degli incontri, non ha importanza. Ma ancora adesso fermandomi a pensare, ricordo che dissi: valeva la pena di arrivare fin qui, perché ogni pezzetto di quella spiaggia raccontava storie vere, fatte di coraggio, di sfida, di uomini che avevano deciso di non arrendersi e soprattutto di non avere più paura. Sono ritornato solo poche volte a Balestrate, ma la consapevolezza che esiste una spiaggia "libera", dove sia uomini che donne possono esprimere le loro emozioni senza inibizioni, non può che riempirmi di gioia.
[Articolo di Oberon]
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