Lo scrittore siciliano Massimo Crispi parla del suo libro "Il primo fu Odisseo".
Parlare di un libro che si è scritto è un po' parlare di un proprio figliolo. Spesso l'autore è proprio la persona meno indicata. Dal momento che mi è stato chiesto, cercherò di farlo, anche se non mi è facile. Lo so che l'excusatio non petita è un brutto inizio, ma che ci posso fare? Perché un ennesimo libro di viaggio sulla Sicilia, soprattutto dopo che tanti altri e illustri viaggiatori hanno consumato una quantità inimmaginabile di penne e pennini? La ragione, la mia principale almeno, era di esorcizzare dei fantasmi che mi si agitavano dentro da quando diventai emigrante. Di dar loro una forma, di rigovernarli. Ma anche da prima della partenza, a pensarci bene.
Sempre infatti, da siciliano, portavo in me le tipiche insoddisfazione e frustrazione nel vivere in (e della partenza inevitabile da) una delle terre più belle del mondo ma periferica (in una geografia come l'attuale, in cui il "centro" sta altrove), dove nulla nasceva ormai da tempo, nulla che si creasse di veramente originale, nella cornice di una Bellezza sempre più smozzicata, sempre più in pericolo. Una Bellezza della quale non si faceva altro che tessere elogi ma senza che si facesse davvero qualcosa per preservarne il valore assoluto. Una Bellezza che comunque, anche se sempre più malconcia, inviava costantemente messaggi di seduzione. Bellezza dei luoghi, della natura, delle arti. Della gente. La gente di Sicilia può essere bellissima ma anche orrenda. Quand'è orrenda è terribile nel suo cinismo e nel suo fatalismo distruttivo: tutto viene avvinghiato e circonfuso da un sentimento di annulamento e di distruzione che non porta che a ulteriore morte e alla perdita senza rimedio di quello che sarebbe meglio per tutti che sopravvivesse. Ma quando è bella è capace di sedurti in una maniera sottile, incantatrice, con un affetto e un calore da coccolare ogni movimento, ogni respiro, ogni palpito. La gioia nel fare scoprire agli altri le ricchezze che in Sicilia ci sono, mostrarle come si mostra agli amici più cari il nascondiglio nel bosco, la casa sull'albero, l'iniziazione a un mondo supposto ma mai realmente penetrato, sono cose molto siciliane. Se un siciliano ti mostrerà queste cose ti fiderai ciecamente di lui e ti farai poi condurre in qualsiasi posto. Potrà accadere che non ti dica nulla sulle cose che mostrerà ma ti fornirà, in modo più o meno arcano e intelligibile, la chiave di accesso per capire. Poi sarai tu a comprendere e apprezzare od odiare. A valutare, in ogni caso. Certamente dalla Sicilia non si uscirà con un senso d'indifferenza, e la saudade non appartiene solo al Brasile. A meno di non avere una pietra al posto del cuore o di finirci per un naufragio spirituale o per un errore di destinazione (tipo: volevo andare alle Maldive ma era tutto esaurito). Magari in un naufragio spirituale può far del bene un soggiorno in Sicilia. Le altre realtà potrebbero essere riviste con occhi diversi, dopo.
Il mio libro, oltre agli esorcismi di cui sopra, vorrebbe essere un atto d'amore. Nei confronti della Sicilia, che non merita solo di esser nota ai più per La Piovra 87bis. Nei confronti di me stesso, per la rivisitazione di luoghi e sensazioni d'una volta e che ha riprodotto l'incanto dell'antico massaggio per l'anima. Ma anche nei confronti di chi, siciliano o no, voglia scoprire aspetti magari meno noti della Sicilia, quelli che nessuna guida ti illustrerà mai in un viaggio organizzato. E di chi voglia lasciarsi coinvolgere in incontri che potrebbero riservare sorprese, purché si abbia il coraggio di inoltrarsi fino in fondo. Si potrebbero dischiudere mondi nuovi, chissà.
Io lo spero. Per me lo è stato.
[Articolo di Massimo Crispi]
Massimo Crispi è giornalista, musicista, fotografo, naturalista appassionato. Di padre siciliano, ma di remoti avi albanesi, di madre ligure, ma di famiglia toscana, è nato in Sicilia, ma è andato a viverne lontano per ragioni artistiche.
L'incipit del libro - IL VIAGGIO
In genere, nel Settecento e nell'Ottocento, quando cominciarono a tornare nuovamente di moda le antichità dopo la stagione rinascimentale, il viaggio in Italia lo si faceva perché costituiva una tappa obbligatoria per la formazione culturale dei poeti, degli artisti, degli scrittori, degli archeologi o dell'uomo, agiato, che semplicemente amava il viaggio. Il viaggio in Sicilia era una gita appendicolare che stimolava i vagabondi più colti e curiosi anche perché era l'estremo lembo dell'Europa, il meno conosciuto, magari anche difficoltoso da raggiungere.
E poi era il legame, il cordone ombelicale con la Classicità. "Qui è la chiave di tutto" scrisse Goethe, e per dirlo lui... E d'altra parte oggi possiamo pensare, alla luce di nuove rivelazioni ed ipotesi sulla personalità e sull'identità del poeta tedesco, che l'attrazione per il mondo mediterraneo avrà magari avuto anche altri motori, come fu per il suo conterraneo più tardo il barone von Gloeden. Certo anche il clima magnifico, cosa da non sottovalutare, avrà esercitato una forte attrattiva. I regnanti e gli aristocratici di molti paesi nordici e gelidi facevano regolari soggiorni a Palermo e ci si accorse così che il turismo sarebbe potuto diventare un affare. In tempi precedenti i turisti erano meno numerosi, ma testimonianze di viaggiatori greci, romani e arabi ci descrivono l'isola come il paradiso.
Forse proprio il fatto che la Sicilia fosse un'isola, sebbene molto estesa, l'ha resa più facilmente il luogo dei miti: l'isola, a causa del suo stato appartato e spesso periferico, in diverse culture e in epoche diverse, anche lontane fra loro, è diventato il sito privilegiato di meraviglie, di nature lussureggianti, di visioni sensuali, di misteri. L'Isola che non c'è, l'Isola del tesoro, l'Isola di Alcina, l'Isola Misteriosa sono solo alcune tra le isole mitiche e arcane che custodiscono ricchezze favolose.
[In questa pagina: in alto, Massimo Crispi in una foto di GianOrso. Le altre foto sono proprietà di Massimo Crispi, tratte dal suo libro]
© 2000, Gio Editing
"Il primo fu Odisseo - Vagabondaggi in Sicilia" di Massimo Crispi
Pag. 318, Lire 44.000 - Edizioni Fuorithema
ISBN 88-8062-087-8
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