sabato 1 agosto 2009

Non solo Bear - Una piccola storia di omofobia

Ogni tanto succede qualcosa che risulta come una ventata di aria fresca, e infonde giusto una briciola di speranza che le cose possano lentamente maturare. Ma i tempi sono biblici, e le piccole soddisfazioni fanno presto a evaporare. Avrei potuto aprire questo post con il consueto "diario del capitano...", ma non mi sono sentito di farlo. L'argomento è troppo serio. Anche se stavolta è stato neutralizzato con un sorriso. Si parla di omofobia, e del clima destrorso che serpeggia nel nostro paese con esiti inquietanti. Si pensi al caso recente della drag queen fermata dalla polizia in Sardegna, e allontanata con un foglio di via senza che avesse commesso alcun reato. Si vedano i raid in luoghi deputati di squadracce omofobe ringalluzzite dalla deriva politica di un paese sempre più becero, lecchino con i potenti, e ipocritamente religioso. Tutti segni che non lasciano certo ben sperare.

Come dicevo, però, ogni tanto uno spiraglio regala un attimo di sollievo. Di sicuro, imbattermi su Facebook nella presentazione di un gruppo (pomposamente ascritto alle categorie, cultura e società) chiamato "Anti Gay Alliance" mi ha fatto rabbrividire. Sono stato sul punto di voltarmi dall'altra parte e lasciar morire la cosa lì. Bagnarmi nell'ignoranza di chi ha bisogno di sentirsi migliore di qualcun altro per poter continuare a strisciare su questa terra ha un effetto deprimente sulla mia sensibilità. Poi la curiosità e lo sdegno hanno avuto il sopravvento, aiutate anche dal fatto che il gruppo omofobo in questione era stato condiviso sul profilo di un contatto che sapevo per certo essere gay. Che cosa stava succedendo davvero?

La lettura del manifesto introduttivo confermava le peggiori aspettative. Fondato da un ragazzo molto, molto giovane (e di conseguenza anche molto, molto immaturo), il gruppo FB si proponeva come punto di incontro per tutti gli immarcescibili eterosessuali che mal tollerano l'invasione gay (con uno spirito non troppo dissimile dall'attuale caccia al clandestino). Il pischello fascistoide (chiamiamolo così) esordiva affermando (ma va'?!) di non essere affatto razzista, ma di essere turbato dal presunto aumento di visibilità del mondo omosessuale. Ci sono sempre stati gay e lesbiche, scrive il sapiente, ma un tempo avevano il buon gusto di nascondersi (che comodità, nevvero!). Insomma, non eri costretto a vederli. Oggi... anzi, domani, continua a scrivere, e neanche tra troppi anni, quando avrò un figlio che mi domanderà come mai quei due uomini, quelle due donne, camminano mano nella mano, che cosa potrò rispondere? Questa grande performance retorica si concludeva con una dichiarazione di insofferenza nei confronti di quelle forze che vorrebbero convincere tutti che l'omosessualità è naturale, e con lo slogan gridato con caratteri maiuscoli: NATURALE UN CAZZO! e il conseguente invito a tutti gli etero di comprovata fama di unire le forze contro questo degrado morale.

E' stato un balsamo per l'anima, accolto con una risata liberatoria, vedere che la totalità delle persone iscritta al gruppo in quelle ore era formata da gay e da lesbiche. I commenti erano tanti, la maggior parte scherzosi. "Forse volevi dire 'naturale IL cazzo'". Corredate da foto a tema gay, lazzi e buuu a pioggia. Un'iscritta, donna, ha postato semplicemente il commento: "Viva la fica". Altri, le foto del divo bear Jack Radcliffe, king of the bears, a rendere il tutto ancora più piacevole. Qualcuno si è rivolto direttamente al fondatore del gruppo dicendo: "Hai avuto un successone. Dovresti essere contento."
Beh, l'indomani il gruppo era sparito. Almeno io non sono più riesciuto a trovarlo. E mi chiedo, perché le forze di gay, lesbiche e simpatizzanti non sono sempre così unite davanti ai comportamenti omofobi?

La rete contiene di tutto. Spesso è come il muro di un enorme cesso, dove l'anonimato incoraggia anche il più ignorante a dire la sua con spocchiosa arroganza. In questo caso, il pischello si è trovato circondato. Forse, soltanto forse, questa esperienza potrebbe suggerirgli che quella dei gay e delle lesbiche è una minoranza apparente, e che se scelgono di uscire allo scoperto (e certo che hai paura, ragazzo mio!) e di cantartele in faccia, avresti a che fare con un esercito.
Ma in fondo al bicchiere c'è spesso l'amaro. E' sufficiente navigare su Youtube, imbattersi nei video in cui compare Vladimir Luxuria e fermarsi un attimo a leggere i commenti. La storia è sempre quella: anonimato, ignoranza, possibilità di far sentire le proprie flatulenze intellettuali.
Quel che mi chiedo è perché il mondo gay non reagisca sempre, o almeno con maggiore frequenza, nel modo in cui ha reagito alla fondazione dell'infame gruppo su Facebook? Mancanza di organizzazione? Paura? Pigrizia? Siamo sicuri di stare parlando di qualcosa di così piccolo? Leggere un commento che dà del "frocio di merda" a Luxuria su Youtube, mi spinge a pensare: che cosa succederebbe se al commentatore iniziassero ad arrivare a valanga commenti come "porco razzista" , "ignorante del cazzo" e altre cosette del genere? Siamo così certi che un ribaltamento dei ruoli non sia possibile? Dobbiamo sempre essere così... civili? Pensiamo davvero che far sentire la reazione di una categoria, in realtà molto più vasta di quanto molti credono, non minerebbe le certezze di impunità e di generica connivenza che questi sottosviluppati coltivano? Spesso ci diciamo di non scendere allo stesso livello dei nostri detrattori, ma io comincio a pensare che questo sia soltanto un frusto cliché. Non sostengo gli scontri di piazza, ma le parole (che sono pietre!) possono rendere benissimo l'idea in quella vasta e impervia arena che è il web. Un luogo dove il mondo gay finora ha prosperato, ma dove l'omofobia alza la sua lercia capoccia con troppa frequenza.
Agli amici di Facebook dico: bravi. Continuate così. Anzi, dateci dentro. Al pischello antigay, invece, rispondo: come dici tu, un giorno (forse, magari per disgrazia) potresti diventare padre. Ti ricordo che non esiste solo l'eventualità che tuo figlio ti chieda perché al mondo esistono i froci e le lesbiche. Esiste l'eventualità imponderabile che tuo figlio-figlia, crescendo scopra di essere uno di noi. E tu non potrai farci niente, perché la natura (quella natura che ti fa pensare al cazzo!) è molto forte, e l'omosessualità è una delle sue espressioni più antiche. Allora dovrai decidere, se vorrai che tuo figlio-figlia si nasconda come un topo di fogna, o che scelga di camminare a testa alta, fiero/a di avere un genitore maturo che lo sostiene per quello che è. Un uomo. Una donna. E non un frocio o una lesbica. Ma dubito che capirai. Almeno non in tempi brevi. L'iniziativa che hai preso su Facebook, anche se finita in burla, non ti fa fare una bella figura.
E per inciso... l'ignoranza è una cosa naturale. La cultura, il progresso sono valori acquisiti. E sicuramente restare delle bestie non è una scelta nobile.
Perciò, non rompeteci più il cazzo con questa natura!

[Segnalate alle strutture predisposte i comportamenti omofobi e l'incitamento all'odio. L'oscuramento in rete non deve riguardare soltanto innocenti riferimenti sessuali. Ma soprattutto l'ignoranza violenta, la volontà di offendere, le minacce anonime. Uscite dal silenzio. Reagite. Denunciate.]

2 commenti:

Atreyu ha detto...

Bellissimo articolo! Rimango allibito anche io di fronte all'ignoranza e all'omofobia, mi spaventa sapere che c'è gente pronta anche ad ammazzarmi perchè sono gay, ma questo non può toglierci il diritto di VIVERE la nostra vita, di essere liberi! :)

Perdido ha detto...

Grazie del commento, Atreyu. E ricordiamo che, così come da molti siti, come Youtube, vengono rimossi "certi" contenuti, oggi è prevista anche la segnalazione per l'istigazione all'odio e l'offesa nei confronti di determinate categorie. Non ignoriamo questi (ancora deboli) strumenti. Ma facciamoci sentire a nostra volta. Solo così possiamo sperare di costruire un paese più civile, che non preferisca restare schiavo dell'ignoranza, della violenza e della volgarità. Grazie ancora.