giovedì 6 marzo 2003

SIAMO ORSI NON ANGELI


L'articolo che segue è stato pubblicato come editoriale sul numero 9 di WOOF! nel Marzo 2003. Il primo, sperimentale raduno degli orsi palermitani aveva suscitato anche qualche critica su Internet. La nostra risposta comparve sulla carta stampata di lì a poco.

Diciamolo, una buona volta: Noi di WOOF! non siamo eroi. Non siamo giornalisti, né scrittori, artisti o impaginatori. Non siamo neppure imprenditori, non gestiamo particolari attività del settore gay come saune e locali dedicati. Non siamo un’associazione, non riceviamo sovvenzioni da nessuno. Ci limitiamo a tenere aperta una libreria (non solo gay), a stampare una fanzine e a sviluppare un sito web che possano essere punti di riferimento per quanti (specialmente nella nostra isola) amano gli orsi e sentono l’esigenza di un contatto con i propri simili. Non è molto. Anzi, sono quisquilie.
Forse quanto facciamo è addirittura effimero e inutile. Eppure non è affatto facile vivere la propria omosessualità a viso aperto, impegnandosi in attività di movimento, in una città sotto molti aspetti arida come Palermo.
Il consenso conquistato da WOOF!, la partecipazione alla prima festa ursina siciliana dello scorso novembre 2002, sono piccole conquiste che ci fanno felici e ci illudono che, a piccoli passi e con qualche inciampo, forse stiamo veramente costruendo una nuova realtà cittadina aperta a iniziative e identità prima del tutto sommerse. Come gli orsi e i loro estimatori, per l’appunto. Ci ha addolorato, invece, l’inutile polemica esplosa qualche mese fa sulla mailing list Yahoo! di orsitaliani. Polemica che aveva per oggetto proprio il party “Orsi in Sicilia 2002” al pub Malox di Palermo. Manifestazione che ci è costata grande fatica, ma anche tanta soddisfazione. Se dal nostro punto di vista, il party si è potuto dire riuscito (l’affluenza è stata notevole e i consensi numerosi), l’allestimento di un servizio come la dark room (piccola, improvvisata, ma disponibile) ha suscitato qualche commento ai limiti del grottesco. Ancora di più ci disturba che certe parole, inutilmente distruttive, siano state riversate nella grande rete da nostri conterranei (peraltro mai visti), evidentemente poco attenti alla nostra attività e allo svolgimento della manifestazione di novembre.
Ammettiamo che, dopo due anni di duro lavoro, una rivista a taglio giornalistico, mostre fotografiche e pittoriche, un sito divulgativo della cultura bear, cene sociali, collaborazioni con il movimento GLBT della nostra città e centro d’ascolto in libreria, ci ha sconcertato molto leggere parole così: «Mi chiedo una cosa... c’ero anch’io quella sera, e Tutto mi è sembrato fuorché che la serata si potesse dire riuscita. Premetto che a feste ursine ho partecipato, ma niente può fare minimamente pensare che quella di Palermo fosse una vera festa. Ah, dimenticavo c’era la dark. Allora era ok... poveri noi. Comunque contenti voi contenti tutti.» E ancora: «Per LORO organizzare le feste URSINE vuol dire dare l'opportunità con la DARK di fare scopare più gente possibile. CAZZO, e se ne vantano pure. Poi ci si lamenta che la società non accetta i gay. BRAVI BRAVI continuate, con la Dark AVETE EMANCIPATO Palermo SIETE GRANDI!» Per non parlare di chi invece scrive: «Questo accade quando si privilegiano gli aspetti “scoperecci” di certi momenti ecumenici, invece di dare il giusto rilievo all’aspetto socializzante e aggregante di queste serate. La prossima volta provate a svilupparla meglio e senza scimmiottare certe realtà “più evolute”, difficilmente esportabili in contesti come quelli del mezzogiorno italiano.»
Bene! Siamo colpevoli. Abbiamo allestito una dark room nello spazio che ospitava la festa, molti orsi se ne sono serviti. Noi ne siamo contenti e per questo meritiamo la forca. Pare che tanto moralismo spicciolo non aspettasse altri che noi. Peccato che quanti hanno usato Internet per sminuire i nostri sforzi, in due anni di attività non abbiano mosso un dito né per aiutarci né per consigliarci. Peccato abbiano dimenticato tutte le attività culturali e aggregative che hanno fatto (e faranno in futuro) cornice alla nostra festa siciliana. Peccato sia sfuggita la bella cena ursina al ristorante Sharak, importante momento di socializzazione e parte integrante del party. Party che comprendeva anche la presentazione di una mostra, di un calendario, di un fumetto bear tutto siciliano e la sempre gratuita fanzine che tenete in mano. La dark? In tutta onestà, non ne siamo pentiti. C’è poco da fare: l’omosessualità è una condizione sociale e psicologica legata al corpo e alle sue esigenze materiali. Per questo i concetti di solidarietà, aggregazione, accettazione e anche semplicemente di sfogo, non possono prescindere da momenti edonistici, specialmente in occasione di un raduno. L’assenza a Palermo di saune e locali dedicati al genere orso conduce molti gay a vivere una sessualità sommersa, solitaria e triste, quando addirittura non impone una forzata astinenza. Troviamo ipocrita scagliarsi tanto contro l’allestimento di una dark room. La nostra piccola grande festa (riuscita in barba agli snob e ai censori improvvisati) è stata un momento d’incontro tra persone affini che fino ad allora non avevano dove incontrarsi. Escludere la possibilità del sesso sarebbe stata una scelta pedante e inconcludente. La dark c’era e nessuno è stato forzato a usarla. Ma se in tanti hanno scelto di farlo, ciò ci fa pensare che il suo allestimento fosse necessario. Perché in Sicilia tanti orsofili provano ancora vergogna? Perché devono confessare di essere attratti dagli omoni pelosi stringendosi nelle spalle e mormorando frasi come “Non posso farci nulla...”?
Ma siamo matti?! Con tanto da fare non abbiamo il tempo di sostenere una sciocca polemica (dettata forse dall’ignoranza, forse dalla malafede) sugli aspetti morali di un’identità alternativa che ha soprattutto bisogno di esprimersi sessualmente senza ulteriori repressioni. La nostra rivista è stata accusata persino di incoraggiare il libertinaggio (allora lo fanno anche i romanzi di Jorge Amado?)
e di stare snaturando l’ambiente gay palermitano (prima silenzioso e per questo apparentemente morigerato). OK, siamo dei cattivi ragazzi e siamo fieri di esserlo. Purtroppo, la paura di essere ghettizzati può rendere i gay intolleranti e moralisti quanto un etero reazionario. Il passo successivo è l’oscurantismo, l’ignavia, l’ipocrisia. Noi non ci stiamo. A nostro parere, il sesso può essere veicolo di molte cose. La pornografia (in apparenza così sporca) può diventare uno strumento per riconoscere le proprie inclinazioni, magari scoprendo di non essere i soli a gradire certe tipologie umane. L’erotismo, puro e senza morbosità, può dimostrarsi una porta per un mondo più grande e ricco dove veramente c’è posto per tutti. Nascondere il sesso, purgarlo, limitarlo, è stato da sempre un atto liberticida volto a limitare gli orizzonti degli uomini e a controllarne le coscienze. Il sesso, in realtà, può essere un potentissimo mezzo di comunicazione, e (accompagnato da adeguate attività) addirittura di sovvertimento. Per questo non risponderemo a ulteriori attacchi. Davanti a tanta stupidità e cieco snobismo, preferiamo tacere, limitando a questo articolo ogni nostro commento. Non siamo eroi, no. Forse non siamo neppure tanto bravi o intelligenti. Ma ci piace pensare che il nostro lavoro sia utile a una piccola percentuale di persone. Poco importa se qualcuno che ha fatto della provocazione fine a se stessa il suo principale hobby tornerà alla carica. Sembra che ogni gruppo sociale abbia il suo Vittorio Sgarbi. Perché gli orsi dovrebbero fare eccezione? Del resto, anche i lazzi di un giullare ubriaco possono essere uno spunto per distinguersi e crescere. Da parte nostra, ci sforzeremo di fare sempre meglio. E questa è una promessa.

[Articolo di Perdido]

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