E’ con piacere che torniamo a parlare di Xander Beaverhousen, il giovane artista sardo che sta attualmente spopolando nella comunità bear italiana grazie ai suoi dipinti, alla sua simpatia e allo pseudoreality “Desperate Bears”. Oggi, Xander ha appena vinto MicroHeart 2010, manifestazione indetta da Microbo.net, spazio espositivo virtuale dedicato alle arti figurative. Un altro traguardo raggiunto per il nostro orso pittore, con il quale ci congratuliamo sinceramente. Tema centrale scelto da Microbo.net per la competizione, in vista (e in contrasto) con la festa di San Valentina, è stato l’Amore per l’Arte. Una chiamata alle armi per una schiera di artisti che – commentano gli stessi organizzatori – si sono rivelati sorprendentemente in sintonia nella scelta dei lavori da inviare.
«Davanti al tema dell’amore, in questo caso per l’arte, era fin troppo facile cadere nello scontato» racconta Xander. «In quei giorni, però, ricorreva la Giornata della Memoria. E quindi anche il ricordo di un tempo in cui l'amore fu calpestato senza riguardo. Pian piano si insinuava in me il desiderio di usare questo elemento, ma pensavo che non sarei mai riuscito a ripetere l'intensità di un’opera che già in passato avevo dedicato al medesimo tema. All’inizio volevo evitare di ripetermi, ma più tentavo di esplorare altre strade e più dal cassetto sentivo levarsi le urla del lavoro che rivendicava il posto che era suo di diritto. Ecco, dunque, la decisione di partecipare con un disegno in cui si parla di amore negato, con il cuore sostituito da un triangolo rosa sanguinante, simbolo appunto del vuoto d’amore in quei giorni bui. Il principio era quello di evidenziare l’importanza di un concetto (l’amore, appunto) marcandone in questo caso l’assenza, e di farlo mediante quello stesso simbolo che oggi è diventato un vessillo di orgoglio.»
«Davanti al tema dell’amore, in questo caso per l’arte, era fin troppo facile cadere nello scontato» racconta Xander. «In quei giorni, però, ricorreva la Giornata della Memoria. E quindi anche il ricordo di un tempo in cui l'amore fu calpestato senza riguardo. Pian piano si insinuava in me il desiderio di usare questo elemento, ma pensavo che non sarei mai riuscito a ripetere l'intensità di un’opera che già in passato avevo dedicato al medesimo tema. All’inizio volevo evitare di ripetermi, ma più tentavo di esplorare altre strade e più dal cassetto sentivo levarsi le urla del lavoro che rivendicava il posto che era suo di diritto. Ecco, dunque, la decisione di partecipare con un disegno in cui si parla di amore negato, con il cuore sostituito da un triangolo rosa sanguinante, simbolo appunto del vuoto d’amore in quei giorni bui. Il principio era quello di evidenziare l’importanza di un concetto (l’amore, appunto) marcandone in questo caso l’assenza, e di farlo mediante quello stesso simbolo che oggi è diventato un vessillo di orgoglio.»
Xander ha da poco partecipato allo stage “Da lontano era un isola”, omaggio a Bruno Munari organizzato dal critico d’arte e letterario Alessandra Menesini, dallo scultore Andrea Forges Davanzati e dall’arteterapeuta Monica Mariani, e alla relativa mostra collettiva dal medesimo titolo presso lo Spazio P, rinomata galleria di Cagliari. Xander continua senza sforzo a far parlare di sé. Attualmente attende gli esiti dell’ennesimo concorso: il Man-Gasworks, che potrebbe portarlo a frequentare una scuola per giovani artisti a Londra. Ed è da Londra, dai suoi contatti e dai suoi amori che si prospettano gli sviluppi e le collaborazioni più entusiasmanti. Come il lancio della canzone dal titolo “The way love goes”, dedicatagli dal suo compagno compositore anglosassone, e attualmente presente con un video musicale su Mtv UK e Youtube nell’interpretazione del cantante Lemar.
«Nella canzone,» spiega Xander, «si ripete più volte la parola italiana AMORE. In mio onore. Sì, ha voluto dedicarmela, ed è stato profetico. Siamo entrambi artisti, e mi piacerebbe molto un giorno poter disegnare anche le copertine dei suoi dischi».
«Nella canzone,» spiega Xander, «si ripete più volte la parola italiana AMORE. In mio onore. Sì, ha voluto dedicarmela, ed è stato profetico. Siamo entrambi artisti, e mi piacerebbe molto un giorno poter disegnare anche le copertine dei suoi dischi».
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