martedì 5 ottobre 2010

Costituzione violata a Palermo. L'appello di Micromega

3 Ottobre 2010. Il pontefice Benedetto XVI è in visita nella città di Palermo. Alla vigilia riappaiono dappetutto i manifesti omofobi che già avevano fatto capolino nei giorni dello scorso Pride. I cartelli di Giovane Italia inneggiano a Ratzinger e alla sua politica contro i matrimoni omosessuali. Contemporaneamente, viene messa in atto una bonifica per rimuovere tutto ciò che potrebbe, anche solo teoricamente, manifestare dissenso. Uno striscione esposto da un'abitazione privata che riporta una frase del Vangelo: "La mia è una casa di preghiera, e voi ne avete fatto una spelonca di ladri", viene fatta rimuovere dai vigili del fuoco. La libreria AltroQuando, che ospitava una mostra satirica intitolata La Papamobile del Futuro, insieme all'associazione Scomunicazione, organizzatrice dell'evento, espone in vetrina lo striscione con la scritta I Love Milingo. Un meme pacifico che esprime solo un generico dissenso dal prono conformismo di cui la città sembra essere ostaggio. La polizia della digos accompagnata da agenti in divisa entra nella fumetteria e senza alcun mandato effettua il sequestro, tentando di smontare anche materiale affisso all'interno.
In tutto questo, i manifesti omofobi, oggettivamente razzisti e potenzialmente istigatori alla violenza, non sono stati toccati.

L'articolo 21 della Costituzione Italiana recita: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso...

Il Fatto Quotidiano, Micromega e altri giornali hanno dedicato spazio all'evento. Micromega propone una raccolta di firma, affinché questi gravissimi episodi vengano posti all'attenzione della Procura e al Presidente della Repubblica.

Tutti solidali con AltroQuando e con coloro che pacificamente e nel rispetto delle opinioni altrui si sono visti negare con la forza la loro libertà di espressione.




Alla Procura della Repubblica di Palermo
al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Come cittadino che difende la Costituzione segnalo la violazione delle libertà fondamentali di cui all'artt. 14 e 21 commesse a Palermo rimuovendo uno striscione con le parole del vangelo di Matteo (21,13) e di un cartello esposto nella libreira Altroquando.

(4 ottobre 2010)




1 commento:

Beorn ha detto...

Firmato l'appello.
E' una vergogna per l'uomo libero che debbano succedere queste cose. La religione c'entra poco, questo è un atto di oscurantismo causato dalla caduta dei valori conquistati a fatica nel corso di questi secoli dall'uomo e sostituiti dalla mercificazione dello spirito.