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Si conferma la preferenza di Guibu per i daddies e per il sesso esplicito, i corpi monumentali spesso coperti di peluria diffusa, i folti baffi e i lineamenti marcati. L'uso del colore, con la scelta di tonalità pallide e crepuscolari, conferisce ulteriore rotondità alle forme dei suoi personaggi. Una galleria di bonari Falstaff in amore, come il buon Funes, il sensibile (e infoiato) poeta di mezza età che abbiamo imparato a conoscere negli episodi di "El òsculo hirsuto". Guibu mette qui in scena la sua personale galleria di maschere ursine senza preoccuparsi dei fondali, ma affidando i suoi orsi a un bianco sporco o a neutri grigi che ne fanno risaltare le pachidermiche silhouette, pronte a schizzare impetuosi geiser seminali a testimonianza del piacere illustrato.
Un artista dalle caratteristiche peculiari in via di veloce maturazione, che rappresenta su carta i propri feticci erotici senza filtri, riuscendo a esplicare in modo efficace quanto semplice la rozza materia del desiderio: l'oggetto sessuale ursino, e rendendo iconica la sua sensualità attraverso la rappresentazione dell'età matura così come della massa corporea.
Una nuova firma nel panorama della bear art che merita di essere tenuta d'occhio.
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