sabato 28 febbraio 2009

Bear Fiction: Autocisterne (di GigiBear5)

Autocisterne

Racconto di GigiBear5


Fine ottobre, sto andando da amici per una cena “inventata” il giorno prima.
Sono in autostrada da dieci minuti, squilla il cellulare, rispondo, mi dicono c’è un ritardo, sono bloccati in una coda su a Roncobilaccio. Sono vicinissimo ad una piazzola, svolto dentro e mi fermo per finire la telefonata. Ci accordiamo per la sera dopo, stesso posto. Bestemmio un po’ son già due volte che dobbiamo rimandare.
Spengo, scendo e vado a pisciare. Mi slaccio la cintura per mettermi più comodo, ho appena iniziato a svuotare la vescica ed un guizzo di fanali mi acceca. Do un sobbalzo e schizzo sulle scarpe.
Nel buio del posteggio c’è un camion, non me n’ero accorto. Mi dà un altro colpetto di abbaglianti, con la mano lo mando a quel paese, ormai ho cominciato mica posso smettere. Insiste con un altro flash. Mi fa incazzare, ma che vuole? Mai visto uno scaricare la vescica? Cerca rogne? Gli do pure le spalle, non lo sto offendendo con uno spettacolo indegno. Ancora un flash. Finisco, sgrullo e ripongo l’attrezzo.
Voglio vedere che faccia ha sto lampeggione. Mi avvicino e comincio a distinguere la sagoma, e’ una cisternona francese da carburanti, una di quelle coi siluroni acciaio leggermente inclinati verso la coda. Sono a tre metri ed accende la luce di bordo, una lucetta azzurra tenue. Ha una t-shirt bianca, capelli a spazzola e folti baffi biondi. Mi guarda e ridacchia. Sporge in avanti il mento come a dire “vediamo che c’è’ li sotto”. Mi fa incazzare la sua arroganza ma contemporaneamente mi stuzzica, e’ veramente un bell’uomo, se sotto è proporzionato al pezzo di tronco che vedo e’ decisamente un gran bell’orso. Le braccia sono pelose, pelo biondo fitto fitto ed intrecciato.
Slaccio la cintura e tiro fuori l’attrezzo, ho appena pisciato non è certamente un cazzo da copertina ma la situazione mi stuzzica, comincia a puntare verso l’alto senza toccarlo. Sorride, con la falsa arroganza dei timidi, e con la mano mi indica di avvicinarmi. Sono sotto il suo finestrino e comincio ad essere eccitato, mi guarda spostando gli occhi dal viso al pisello e si umetta le labbra. Segnale recepito. Scompare dentro la cabina, vedo solo la mano appoggiata al volante.
Un click e la portiera si apre, spegne la luce di bordo, comincia a scendere. Vedo le scarpette sportive e le sue gambe nude, risalgo con lo sguardo ad un primissimo piano di un delizioso mappamondo peloso, che bel culo, alto, sodo, rotondo. Scende lentamente e sinuosamente, gli appoggio una mano su una coscia e lo fermo a mezz’aria, sto annusando il suo aroma, è delizioso, azzardo un colpo di lingua su tutto lo spacco, ha un brivido, mollo i calzoni ed uso entrambi le mani per aprirgli le chiappe, non reagisce sta immobile appeso alla maniglia. Gli passo la lingua dentro il solco rallentando più che posso, una lappata morbida, mugola, borbotta, gorgoglia sommessamente. Sto per lanciarmi in un altro passaggio ma mi blocca la testa, mi fa arretrare e scende.
E’ nudo dalla cintola in giù ed è uno splendido giocattolo peloso. Si accoccola e mi attrae a sé, fa una magia , si fa scivolare in un solo colpo tutto il cazzo in gola e con la lingua mi massaggia le palle. Quasi lo strozzo con la botta che gli arriva, mi intosto al massimo in un secondo, mi eccita da matti, gli accarezzo la testa, capelli cortissimi ed ispidi, glieli massaggio col palmo mentre si ingoia tutto un’altra volta.
Non so cosa voglia fare ma mi sta facendo godere come capita di rado, sento che muove le mani ma sono troppo preso da questa strepitosa pompa. Comincia a pomparmi lentamente scorrendo con la lingua sotto l’asta, la sensazione e’ cambiata , non capisco cosa sia successo.
Chino la testa, mi ha infilato un gommino usando solo la bocca, mi si rizza ancor più se possibile. Lo sollevo per le ascelle, gli tengo la testa , lo bacio, risponde, ha una lingua bollente che sa di me, si è sbafato tutto il mio precum , il porco. Faccio correre le mani sotto la maglietta, una bella foresta di peli con piccoli capezzoli appuntiti, scendo con la sinistra a prendergli il cazzo, vibra con tutto il corpo appena lo tocco, mi blocca la mano e con la testa fa no no, mugugnando senza smettere di baciarmi, è carico, rischia di sparare il suo seme immediatamente.
Si stacca dalle mie labbra, con un gesto lento si caccia in bocca tutte le dita e se le porta dietro bagnandosi, intuisco che se n’è infilate almeno un paio da come allunga il collo. L’invito è palese.
Sono troppo alto per lui, scopare in piedi è un problema, lo risolve mettendo un piede sul predellino e l’altro sul marciapiede, offre uno spettacolo indimenticabile, si passa la mano sotto, mi prende il cazzo e se lo punta dritto contro il buco, spinge indietro e si impala da solo, geme, storce la bocca, mi prende una spalla, bloccandomi. E’ bollente, una emozione fortissima, avverto un formicolio fino alla punta degli orecchi.
Lascio che decida lui che ritmo tenere, gli fa male, il suo braccio vibra di tensione, lentamente si scioglie ed abbassa la schiena, si sputa sulle mani ed inumidisce entrambi, comincia a farselo scorrere dentro, è una tortura, come vorrei sbatterlo.
Comincia a piacergli, alza il ritmo, colpi più’ ravvicinati e pesanti, me lo scopo, passo le mani sotto le sue ascelle e lo tengo inchiodato, comincia la danza, roteo i fianchi per allargarlo tutto, mugola, volta la faccia e mi guarda fisso, non parla ma gradisce, guaisce, sto per scoppiare e comincio a mugolare, si scioglie dal mio abbraccio, si piega tenendomi le palle con una mano, i colpi sono forti adesso, sto ansando. Stringe i coglioni e mi blocca, non vuole che venga, mi fa sfilare tirandomi verso il basso ed alzando il sedere. E’ uno spettacolo anche per gli occhi. Che culo, che meraviglia.
Mi fa rifiatare, mi attira ancora a se, stavolta il colpo delle sue reni è fortissimo, si morde le labbra per non urlare, ne esce un barrito smorzato, guida il mio ritmo, usa le palle come redini, mi rallenta, accelera, blocca, vuole guidare lui. Scopiamo con passione e dedizione, evita di farmi arrivare bloccandomi per tre volte.


Cerco i suoi capezzoli, s’irrigidisce, gli butto la maglia sopra la testa , sfrego la barba sulle spalle e sul collo, lo mordo, lo lecco, lo insalivo, gli prendo i capezzoli e tiro in avanti, gli si taglia il respiro, e’ duro come marmo, miagola , sento che si scioglie, sta godendo senza toccarsi, sta schizzando producendo rumori osceni, sento il profumo del suo seme.
Rallenta la presa sui miei coglioni, mi lascia finalmente venire, esplodo, urlo, digrigno i denti, barrisco al cielo, una vampa mi brucia la schiena, lo abbraccio sollevandolo e mi sbatto contro il pianale, lo tengo stretto ansando mordendogli la spalla, non mi rendo conto della forza con cui lo tengo avvinghiato, mi da piccoli colpi con la testa finchè ritorno in me. Allento la morsa ma non lo lascio, storta il collo all’indietro e mi bacia, un bacio liberatorio, dolce , appassionato.
Esco da lui, ci ripuliamo, mi rivesto, sorridiamo, sto per parlare e mi blocca alzando una mano. Mi guarda fisso, sorride, strizza gli occhi, alza le spalle. C’è un discorso lunghissimo in quello sguardo ”restiamo anonimi…..evitiamo di farci del male….. chissà se ci rivedremo mai….”

Ho un tuffo al cuore ogni volta che incrocio una di quelle autocisterne ...e sorrido.

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