Eccoci arrivati. La prima stagione di Where the Bears Are si è conclusa, e il successo è stato notevole. Una valanga di clic su Youtube e di visite sulla pagina Facebook e il sito ufficiale. Ma a show concluso (speriamo soltanto temporaneamente) è soprattutto possibile tirare le somme anche sulla qualità generale del prodotto, che a noi (onestamente) è sembrata molto alta per una produzione completamente autofinanziata. Where the Bears Are è in assoluto la prima webserie con contenuto ursino (o più genericamente gay) che ha saputo catturarci e fare di noi dei fedeli spettatori fino all'ultimo episodio. Ogni breve puntata, infatti, è una piccola pochade riuscita, intrisa di battute fulminanti e nuovi spunti, che riesce in linea di massima ad avere valore a sé, pur rimanendo una tessera del divertente mosaico che l'intera serie compone.
La simpatia di tutti gli interpreti, uomini e donne, protagonisti e ospiti, non è da sottovalutare. La capacità di sintetizzare i codici di una cultura gay sfaccettata come quella Bear non si può dare per scontata. Ma Where the Bears Are è riuscita a centrare tutti questi bersagli, usando come veicolo in modo intelligente la principale sottotrama mistery. Quel who did it? che ci ha tenuti col fiato sospeso per ben 25, esilaranti puntate.
Tutto il cast merita dunque una menzione d'onore. Ricordiamo che stiamo parlando di una webserie indipendente, rivolta a un pubblico particolare e che adopera un particolare tipo di linguaggio. Senza esagerare, la sfida si può dire vinta.
Complimenti sinceri ad autori e interpreti.
Appoggiamo, dunque, la produzione nel proporre a tutti coloro che hanno gradito la webserie di acquistarne il DVD (e magari regalarlo o almeno consigliarlo agli amici). Un DVD - presentato nelle ultime puntate dallo stesso, divertito, cast - che conterrà molti extra, tra i quali errori sul set, scene di nudo epurate nella versione web, la famosa cam di Wood, e un episodio natalizio in cui rivedremo Hairy Potter: personaggio che con un'unica apparizione ha già conquistato centinaia di fans.
Ciao, allora, anzi, arrivederci a Nelson, Wood e Reggie. Speriamo di rivedervi presto in azione là... Dove stanno gli Orsi. Woof!
2 commenti:
mmm sinceramente sono rimasto un po' deluso dalle capacità artistiche degli attori. Non nego la difficoltà di avere i mezzi per una produzione del genere, però... Sapevano bene quanto la gente potesse essere attratta da una tipologia di produzione simile e contando molto sul passaparola della comunità bear, I personaggi sono un po' stereotipati e puntano un po' troppo sull'ovvietà... Spero che in una possibile seconda serie, affineranno un po' i dialoghi, le capacità recitative (molto) e il plot in generale... Nulla toglie in ogni caso al coraggio di investire soldi in una operazione che di sicuro non ha nulla. Quindi un appoggio almeno morale ci sta.
Massimo rispetto per ogni opinione , frutto anche delle aspettative personali. Noi abbiamo, generalmente, un atteggiamento molto benevolo nei confronti della autoproduzioni. Per questo ci piace anche FREAKS!, nonostante gli elementi dubbi non siano pochi. Certe volte è l'iniziativa in sé a essere meritoria (è un'alernativa allo strapotere di cinema e televisione). Comunque, sul talento degli attori non saremmo così severi. Qualche goffaggine c'è, senz'altro. Ma a nostro parere la simpatia della confezione riscatta parecchi dei difetti.
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